Non siamo mica delle BEStie DiSAdattate …

Non siamo mica delle BEStie DiSAdattate …
Sono passati circa 12 anni dalla legge 170/2010 e un primo bilancio penso sia opportuno, almeno da punto di vista di chi come noi si occupa del tema almeno dall'anno delle legge. Prima di questa regolamentazione i ragazzi dsa erano considerati il più delle volte come degli incapaci e nella migliore delle ipotesi degli svogliati nullafacenti. Nessun mai riusciva ad intercettare la sofferenza soggiacente al cattivo profitto a scuola e ancora meno se questi stessi ragazzi vivessero in disagio emotivo. Ancora meno ci si occupava del loro futuro e si preferiva non intervenire lasciando strada a sentimenti di mancata autostima e di mancata realizzazione formativa e lavorativa.
All'indomani della legge alcune cose sono un tanto più chiare. Prima di tutto i disturbi specifici dell' apprendimento (dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia) esistono e riguardano un’ ampia platea di studenti. Che a questi bisogna aggiungere i cosiddetti bes , ovvero studenti che per diverse ragioni hanno un bisogno educativo speciale a cui si possono applicare gli stessi strumenti della legge 170. Seconda cosa che si tratta di un disturbo di natura neurobiologica che però non costituisce un deficit di intelligenza ma un disturbo delle modalità di apprendimento
Terza cosa, che se si esplorano nuove modalità di apprendimento è possibile consentire e garantire le medesime possibilità di apprendimento per ognuno. Quarta cosa, che dietro ai dsa e a un bes c'è una sofferenza emotiva e che non è giusto che un bambino o un ragazzo soffra per la scuola.
La legge che affronta questi temi é a mio giudizio una buonissima legge ma come sempre, non è stata sufficientemente finanziata e i meccanismi talvolta restano inattesi.
In ogni caso bisogna ricordare che l'uscita dei nostri ragazzi da uno stato di sofferenza e la loro completa realizzazione come uomini e lavoratori può avvenire se ognuno degli attori coinvolti fa il proprio dovere. Se i genitori si spogliano di un po’ del loro ego e cercano di “accorgersi “ di avere di fronte una persona e non un voto, simbolo del loro successo/insuccesso. Se gli insegnanti rinunciano al loro “solito" modo di insegnare e si mettono ad esplorare nuove possibilità. Se i ragazzi cominciano ad essere visti per quello che sono e dovessero iniziare a trovare piacere, piacere di apprendere allora saremo nella direzione giusta, quella tracciata dalla legge.
Qui il testo della legge
In caso di una richiesta di consulenza gratuita sulla legge e su come affrontare una diagnosi dsa a scuola è possibile contattare il numero WhatsApp della pagina